Vogliamo partire da un oggetto per arrivare a descrivere alcuni comportamenti e situazioni di vita vissuta in cui è possibile imbattersi durante una vacanza: questo oggetto è il megafono.
Strumento di lotta durante le manifestazioni sindacali o politiche, viene utilizzato in tutte quelle situazioni in cui c’è bisogno di farsi capire a distanza con la possibilità di indirizzare la voce in varie direzioni; proprio la sua forma conica e la presenza di una impugnatura lo rendono uno strumento ideale per avvenimenti sportivi, comizi elettorali o manifestazioni all’aperto ove sia necessario fornire istruzioni o comunicare con molte persone.
Nel settore del turismo e in tutto quello che riguarda viaggi & vacanze il megafono – e suo cugino l’altoparlante – sono molto utilizzati, a volte anche troppo.
GUIDE TURISTICHE. La maggior parte delle comitive in visita alle città d’arte si è oramai organizzata da tempo con auricolari e audioguide che consentono in modo discreto ed efficace di appassionarsi alle bellezze storico-artistiche di un luogo; molti ricorderanno – specie in passato – l’utilizzo di megafoni dal volume esagerato in grado di spaventare anche il piccione più temerario di Piazza San Marco e di sovrastare il traffico dell’ora di punta a New York. Si narra che un gruppo di gitanti particolarmente rumorosi avesse addirittura interrotto con il gracchiare della loro guida una seduta del consiglio municipale a Strasburgo – ma questa è una diceria che appartiene al folto gruppo delle leggende metropolitane.
L’utilizzo dell’amplificatore è utile negli ampi spazi all’aperto di uno scavo archeologico o di un sito naturale così come è evidente che questo non potrà essere utilizzato nei centri storici e nei luoghi confinati dove il rimbombo lo renderebbe inutile; per quanto riguarda le guide possiamo assicurare che la loro professionalità e la loro competenza conquistano ogni anno folti gruppi di turisti a spasso per il Bel paese indipendentemente dallo strumento utilizzato per farsi ascoltare.
AEROPORTI E STAZIONI FERROVIARIE. Non è proprio un megafono ma ci assomiglia: nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti gli annunci arrivano da altoparlanti fissi che diffondono il messaggio in modo pacato, discreto e con una dizione perfetta che raggiunge ogni angolo dell’edificio, dalla caffetteria al bagno più nascosto. Nelle stazioni dei treni è interessante ascoltare gli annunci per due motivi: per un sano ripasso di geografia quando vengono elencate le fermate perché ricordare che, partendo da Bologna, Imola viene prima di Cesena non fa mai male. La seconda ragione è data dal fatto che spesso “l’annuncio ritardo” è oggetto di scommesse tra i viaggiatori che, come in un moderno gioco del Lotto, tirano ad indovinare il numero di minuti che dovranno aspettare prima di poter salire sul treno.
Negli aeroporti gli annunci riguardano di solito l’area partenze per sollecitare “con ultima chiamata” il signor Rossi a presentarsi all’imbarco (sembra impossibile ma c’è sempre qualcuno che dopo aver fatto il check-in si attarda tra le vetrine ammiccanti del duty free) oppure per scoraggiare l’abbandono del bagaglio: ma se l’abbandono è involontario sicuramente chi dimentica il computer portatile non lo fa con intenzione.
SUL TRAGHETTO E IN CROCIERA. Gli annunci sul traghetto spesso sono veloci rimproveri per chi si sporge troppo a babordo o per gruppi di giovani particolarmente esuberanti in gita dopo la maturità: durante una traversata nelle isole greche la felicità per aver superato l’ultimo scoglio delle scuole superiori aveva portato un gruppo di giovani francesi – ma c’era anche qualche italiano – a innervosire a tal punto il comandante da effettuare una fermata fuori programma su un gavitello solitario in mezzo all’Egeo (piccola boa galleggiante utilizzata per l’attracco temporaneo delle imbarcazioni) per cercare di calmare le intemperanze dei ragazzi.
Sulla nave da Crociera è tutta un’altra storia: chi ha avuto la fortuna di partire dalla stazione marittima di Venezia – oramai solamente un ricordo visto che le grandi navi non transitano più dal bacino di San Marco – ricorderà le musiche d’opera dei tenori più famosi diffuse dagli altoparlanti sul ponte; oppure la navigazione turistica in posti di particolare pregio come le Bocche di Cattaro nel Montenegro dove la voce narrante della guida passa in secondo piano rispetto alle meraviglie del fiordo del Mediterraneo.
VILLAGGI TURISTICI. I villaggi turistici si amano o si odiano. Il miniclub, il gioco aperitivo, lo spettacolo serale con la sigla cantata dagli animatori e tutto quanto riguarda la vita in villaggio rischiano di andarvi “di traverso” se qualcuno dello staff utilizza un megafono. Se il villaggio vi piace probabilmente l’utilizzo di un amplificatore per richiamare i partecipanti al torneo di bocce in spiaggia o per segnalare che sta iniziando l’attività di yoga nella pineta non vi darà più di tanto fastidio. Ma se è la vostra prima vacanza e avete scelto il villaggio perché attirati dal corso di Kite Surf allora forse rimpiangerete la partita a carte o la tombola dopo cena nel piccolo albergo di montagna. L’altoparlante bluethoot da tenere sotto l’ombrellone può essere un buon compromesso a patto di tenere il volume basso e rispettare, anche in villaggio, il riposo altrui.
IN SPIAGGIA. In Sardegna, dalle parti di Santa Teresa di Gallura a ridosso di una spiaggia, il parroco di una chiesa aveva installato due potenti altoparlanti all’esterno per permettere ai fedeli un buon ascolto anche dal sagrato; ma da queste parti, è il vento il vero protagonista della scena e il rumore delle onde insieme alle forti raffiche facevano disperdere le parole che raggiungevano, assieme ai canti, il vicino paese con un effetto mistico e inquietante.
A parte il venditore di cocco che può fare benissimo a meno del megafono perché dotato di un talento naturale, quanti di voi ricordano con un po’ di nostalgia la funzione degli altoparlanti in spiaggia specialmente sulla Riviera Romagnola? “Si è perso il bambino Matteo” e “Monica attende la sua mamma al bagno 21” rimangono un efficace strumento di ricerca soppiantato dai telefonini, dalle applicazioni e dagli smartwatch che tracciano oramai in tempo reale con pochissimo margine di errore il percorso fatto dai bambini.
“Il bambino Mario dà appuntamento ai suoi amici su Whatsapp per una call sotto l’ombrellone, così non si scotta la schiena”.
Non ci sono più i megafoni di una volta, nemmeno in vacanza.
Leone Lamberti