Franco Mandelli gestisce con la famiglia il Campeggio Bellavista di Torbole (TN) sul lago di Garda: una location da cartolina con accesso privato direttamente sulla spiaggia tra i comuni di Torbole, Arco e Riva del Garda alle pendici del Monte Brione.
Lo abbiamo incontrato in un pomeriggio invernale (anche se sul lago c’è ben poco di invernale anche a fine gennaio) tra ulivi secolari e broccoli di Torbole durante le operazioni di manutenzione tra le piazzole di sosta e la reception di questo paradiso per gli amanti delle vacanze all’aria aperta.
Quando avete aperto il campeggio a Torbole? Ci racconti gli esordi e la storia della sua famiglia.
L’apertura risale alla metà degli anni ’50 del secolo scorso grazie ad una felice intuizione del nonno che aveva pensato di destinare una parte del terreno (che fino ad allora era concesso in affitto a dei mezzadri) alla sosta e al soggiorno dei primi campeggiatori, i primi stranieri con le tende che arrivavano dalla Germania attirati dalla bellezza e dal clima del Lago di Garda. All’inizio i turisti erano pochi e la disponibilità di spesa molto ridotta, poi verso gli anni ’70 abbiamo assistito al vero boom del turismo grazie anche all’avvento e alla diffusione del wind surf che nell’alto Garda ha trovato un ottimo alleato naturale: il vento. Negli anni a seguire abbiamo cercato di rinnovare le strutture e il campeggio, di rendere il soggiorno sempre più confortevole e di offrire tutti quei servizi divenuti oramai indispensabili per una vacanza all’aria aperta.
Che cosa ne pensa delle piattaforme di prenotazione su internet? Come si colloca la vacanza in campeggio sui siti turistici specializzati nella ricerca e prenotazione delle strutture?
Abbiamo fatto una scelta aziendale di non posizionarci sui motori di ricerca e sulle piattaforme online come booking.com innanzitutto perché il posto unico in cui ci troviamo ce lo permette: un terreno ampio e regolare ombreggiato dagli ulivi, praticamente fronte lago con accesso diretto alla spiaggia e alla passeggiata che collega Torbole con Riva del Garda; una location con una storia solida alle spalle con uno zoccolo duro di clienti fidelizzati che torna a trovarci tutte le estati e che garantisce una certa continuità e anche una amicizia nata negli anni che prosegue con le nuove generazioni. La nostra scelta deve essere vista anche come una forma di rispetto verso quelle famiglie e verso quei clienti storici che abbiamo visto crescere sulle sponde del nostro Benaco. Ci vogliono risorse umane per seguire tutte le richieste di preventivo che arrivano da questi siti specializzati e che non sempre si traducono in una prenotazione, senza contare l’aleatorietà della stessa che può essere cancellata fino a pochi giorni prima dell’arrivo, togliendo spazio ad altri potenziali clienti; inoltre le commissioni dovute a questi colossi del turismo da parte dell’esercente vanno ad erodere il guadagno. C’è una corrente di pensiero tra albergatori e operatori turistici anche qui nell’Alto Garda che ultimamente tende a rimettere in discussione il posizionamento delle strutture ricettive su queste piattaforme online dove il campeggio, l’hotel di charme o il piccolo affittacamere tendono a divenire dei numeri e perdono una delle qualità migliori che negli anni hanno fatto apprezzare il turismo italiano nel mondo: il rapporto umano; tutto si riduce a dei numeri, ad un volume d’affari che va a snaturare il rapporto di fiducia che c’è invece con la clientela storica, con la coppia che prenota un anno per l’altro, con la famiglia che si assicura che la piazzola per il camper sia sempre la stessa “di quando i figli erano piccoli”.
Franco Mandelli è anche consigliere dell’azienda di promozione turistica Garda Trentino. Come si pone l’azienda per il turismo nei confronti degli operatori locali e verso l’esterno, verso gli utenti finali? Quali sono le criticità e quali invece i punti di forza?
L’azienda di promozione turistica tra le altre cose aggrega l’offerta e la propone al turista: in questo sono dei veri professionisti del settore e sono molto all’avanguardia, basti pensare alle recenti campagne pubblicitarie per il rilancio post-covid oppure all’ oramai indissolubile collegamento con il mondo dei social network, degli influencer e di internet in generale. La nostra APT Garda Trentino è un punto di riferimento per tutti noi operatori e predilige la qualità della vacanza in tutta la filiera del turismo. Non mi sembra di ravvisare criticità o punti di forza ma solamente un gruppo di persone che lavora seriamente e bene in un settore in continua evoluzione per il quale è fondamentale l’aggiornamento continuo.
Sul sito internet del campeggio vi sono alcune fotografie d’annata che ritraggono il Lago di Garda quando ancora non c’era la spiaggia, la pista ciclabile e la passeggiata. Che cosa ricorda (o che cosa le hanno raccontato) di quegli anni?
Sicuramente l’ampliamento della spiaggia avvenuto verso il 1998 ha migliorato di molto la zona: prima c’era solamente un sentiero tortuoso che passava tra il campeggio e il lago con una piccola spiaggetta rocciosa senz’altro più romantica e affascinante perché chi soggiornava in campeggio aveva quasi un accesso privato al lago. La costruzione della nuova spiaggia ha ampliato gli spazi e le foto che vedete sul sito sono state fatte e poi regalateci da nostri clienti, cui spesso piace il confronto e il gioco del “Come eravamo”.
Sappiamo che siete anche produttori di un olio di oliva che ha ricevuto numerosi premi ed è al top delle classifiche del settore. Quanto conta oggi per il turismo l’alleanza con i prodotti del territorio, l’enogastronomia e le tradizioni del territorio?
Il nostro olio è prodotto all’interno del campeggio, gli ulivi che vedete qui sono ancora in parte quelli piantati da mio nonno e sono parte della storia della nostra famiglia; ci dedichiamo con passione alla coltivazione e alla raccolta delle olive di varietà Frantoio, Pendolino, Cipressino e Leccino tanto che siamo stati inseriti all’interno dei cinquecento oli migliori al mondo dalla prestigiosa rivista internazionale Flos Oleil 2021 e nella guida del Gambero Rosso. E’ fondamentale il binomio turismo/enogastronomia perché l’ospite cerca ottimi prodotti alimentari per soddisfare il proprio palato e da regalare agli amici; l’olio che produciamo nel nostro campeggio riesce in questo senso a dare risposte adeguate a chi soggiorna da noi.
Un aneddoto legato al suo lavoro che ricorda con piacere?
Uno, anzi due. Il primo legato ai mezzi di trasporto con cui negli anni abbiamo visto arrivare i vacanzieri: oltre ai camper, alle roulotte e alle biciclette abbiamo fotografato un ex camion dell’esercito adibito a mobil home, camioncini dei vigili del fuoco tedeschi e veri e propri trattori per andare in campagna con casetta al seguito.
Il secondo ricordo: qualche anno fa è arrivato un signore dal Portogallo in bicicletta, ex marinaio con una storia tutta particolare alle spalle legata ad uno scampato naufragio dal quale era riuscito miracolosamente a salvarsi; per ringraziare il Cielo aveva fatto voto di visitare una serie di Santuari in giro per il mondo unicamente con la propria bicicletta in solitaria. La storia mi aveva particolarmente colpito e qui entra in gioco quel fattore umano di cui ho parlato poco sopra.
Come si riprenderà il comparto turistico alto-gardesano dopo l’esperienza del Covid-19?
E’ stato un anno drammatico per molti operatori del settore e la gente è ancora smarrita e impaurita; credo che il messaggio da trasmettere dovrà essere che la nostra zona è sicura, dobbiamo puntare molto sulla sanificazione, sulla sicurezza sanitaria e sulla pulizia, oltre al vaccino che però non dipende da noi.
C’è voglia di normalità e le persone non vedono l’ora di andare in vacanza a rilassarsi senza patemi d’animo. Sono sicuro che nostre località turistiche appena ci sarà la possibilità torneranno ad essere visitate in massa, incrociamo le dita.