Vinicio Mascarello, event planner e urban explorer, classe 1976 è responsabile dell’immagine e della comunicazione per aziende primarie del settore orafo e del segmento luxury (tra tutte citiamo Pesavento Art Expressions, Mastrotto Group, IMILANI, OSMO, Dama, GRUPPO PERETTI, CONCERIA PASUBIO solo per citarne qualcuno ), cura un seguitissimo blog ed è molto attivo sui social dove ha circa diecimila followers ( @viniciomascarello ).
Lo abbiamo incontrato in un pomeriggio d’agosto di questa estate 2020 in montagna a Camposilvano di Vallarsa dove la famiglia della moglie Angela De Marzi possiede una casa per le vacanze ai piedi delle Piccole Dolomiti in questo angolo incontaminato di Trentino.
Come è iniziato il tuo lavoro? Raccontaci gli esordi.
Fin da piccolo mi ha sempre affascinato la spettacolarità di un avvenimento e la sorpresa che creava una ricorrenza: mi piace l’idea di una festa, un evento che trasformi un momento importante nella vita di una persona (o di una azienda) in un ricordo indelebile e bellissimo che rimane a lungo nel tempo, sia per il protagonista che per i suoi ospiti. Circa quindici anni fa, la svolta: ero a Vicenza, a Villa Canal, per una festa aziendale per la quale era stato scelto il tema “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Animatori, teatranti e allestimenti erano stati pensati e diretti con tale cura e magia da creare esattamente lo spettacolo che tanto mi affascinava, quel tipo di situazione in cui tutti noi invitati, io per primo, eravamo rimasti letteralmente a bocca aperta per lo stupore e la meraviglia. Da quella sera, la mia strada fu stabilita senza esitazione e senza indugio e da allora organizzo e creo eventi per tantissime esigenze diverse. Dai matrimoni ai lanci commerciali, dalle feste di laurea alle celebrazioni di anniversari, senza dimenticare le attività di team building studiate con attenzione per creare affiatamento e migliorare la collaborazione all’interno dei team aziendali. Oggi curo anche un blog molto seguito (ilblogdivinicio.it ) dove mi occupo di tutto ciò che è tendenza e stile ma non solo: da qualche mese sono responsabile di una rubrica settimanale di lifestyle e moda sul Giornale di Vicenza.
Che cosa ti affascina di più del tuo lavoro?
Il contatto con il pubblico e il rapporto con le persone, che paradossalmente sono le vere protagoniste e artefici del successo di un evento. Il mio compito è quello di creare emozioni, ma è chi partecipa ai miei eventi a trasmettermi la forza, a migliorarmi e a spingermi a cercare sempre nuovi spunti di crescita. Se ci pensi è un po’ quello che rende speciale ogni esperienza teatrale, la presenza viva del pubblico in sala. Se io penso a un mio evento come a una messa in scena in cui tutto deve essere perfetto, unico e irripetibile, il ruolo delle persone è fondamentale e ogni volta mi arricchisce tantissimo a livello personale e umano. Inoltre, del mio lavoro amo che è in continua evoluzione, ogni giorno mi occupo di cose diverse e sono costretto a mettermi in gioco in modi sempre nuovi, è una sfida costante che mi tiene vivo e mi appassiona tantissimo.
Sappiamo che con Angela, tua moglie, siete anche grandi viaggiatori; che cosa rende un viaggio affascinante, desiderato, in una parola “glamour”?
Ogni meta è parte di un bagaglio di esperienza che portiamo poi con noi nella vita. Siamo stati a Zanzibar nel Natale 2019 e abbiamo scelto il Veratour Zanzibar Village a Kiwengwa per la location fantastica e per la natura incontaminata dei luoghi. Per me è fondamentale l’effetto WOW che appena arrivati deve suscitare una reception ben illuminata, una veranda sul mare o una camera arredata con gusto, senza dimenticare il rispetto per la natura e la capacità dell’hotel di armonizzarsi nel paesaggio circostante.
Glamour è la cena africana in spiaggia incorniciata da tramonti infuocati ma anche il white party informale a bordo piscina (sorride e ricorda che proprio in quella occasione non avevano nulla di bianco da mettere, nda).
La parola “glamour” mi fa ricordare anche con piacere l’alloggio ad Amsterdam dove con Angela abbiamo soggiornato nel 2017, l’hotel Pulitzer. Moderno, inserito egregiamente in un quartiere del XVI secolo, l’epoca di massimo splendore per i Paesi Bassi che corrisponde al pieno Rinascimento Fiammingo. Tanti piccoli dettagli che ce lo fanno ricordare ancora oggi come fossimo appena tornati: un servizio di Tesla taxi per i trasferimenti degli ospiti all’aeroporto, un giardino d’inverno molto curato, un pianoforte sospeso alla parete e la colazione servita in una piccola hall molto graziosa con gli alambicchi per il tè. Dettaglio importantissimo: la camera era molto silenziosa.
Sei molto attivo anche sui social: quale ritieni il punto di forza e quale invece l’aspetto di cui diffidare?
Bisogna saper dare un messaggio preciso, equilibrando la spontaneità e la naturalezza del momento con un’attenzione estetica all’equilibrio e alla bellezza delle immagini. Non apprezzo particolarmente l’uso esasperato di filtri molto pesanti o di postproduzioni eccessive, così come mi lasciano un pochino perplesso quei profili in cui sembra che il protagonista viva costantemente ai duemila km orari, mai una giornata storta, mai un cielo nuvoloso… Credo sia importante un po’ di generosità nel condividere aspetti più sinceri di ciò che ci accade, sforzandoci di trovare un messaggio positivo anche quando l’umore non è al massimo. Personalmente non amo l’ostentazione che invece vedo in tante stories e in tante fotografie, dietro cui spesso sembra nascondersi un vuoto esistenziale che un po’ mi spaventa.
Quali sono gli ingredienti vincenti per creare emozioni (nel tuo lavoro ma anche nei viaggi)?
Sicuramente un bel posto (e una bella location per gli eventi) assieme alle persone giuste sono tra le cose di successo per un viaggio come per una festa. Prendete ad esempio il luogo in cui ci troviamo ora, Camposilvano: un piccolo paesino di montagna di grande pregio ambientale, con un panorama tra i più incantevoli dove la mancanza di servizi e di svaghi viene compensato dalle persone che hai accanto, dagli amici di una vita e dall’occasione di rallentare il ritmo frenetico dei giorni nostri per accorgerti del sole che sorge, delle nuvole che si rincorrono e si accavallano sulle cime, del capriolo che ti arriva nel giardino di casa.
Credo che un bel viaggio sia frutto di tanti piccoli aspetti, piccoli pezzi di un puzzle, gli ingredienti di una torta che si amalgamano per poi annusarne il profumo e tagliarla in compagnia.
Qual è il tuo luogo del cuore?
Sicuramente New York dove mi sono sentito “Uno, nessuno e centomila”: ci sono stato con Angela la prima volta nel 2015 e ricordo ancora la sensazione quando sono sceso in strada sulla 5th Avenue in ciabatte per andare in agenzia a prenotare l’escursione ad Harlem dove abbiamo assistito all’esibizione di un coro gospel. Non dico che ero in accappatoio, ma poco ci mancava: mi ha colpito moltissimo l’informalità, il sentirsi parte di un grande gioco dove poco o nulla conta come sei vestito o chi sei tu nella vita, ma che ti fa sentire parte di una città cosmopolita che ti cattura e ti affascina. Sono stato una volta sola nella Grande Mela ma dopo quell’esperienza mi sono tatuato lo skyline della città sull’avambraccio destro.
Il Covid-19 ha stravolto la professione di molti addetti ai lavori nel campo del turismo come dello spettacolo e dell’intrattenimento. Come stai vivendo questa situazione? Hai un “asso nella manica”?
Sono stati mesi molto drammatici perché tutti gli eventi sono stati annullati, i matrimoni rinviati al 2021 e di colpo mi sono trovato senza una prospettiva e senza quel contatto con i miei clienti che per me è fondamentale. In questi mesi ho dato impulso e sviluppato l’attività di famiglia con il potenziamento delle consegne a domicilio dello storico negozio di alimentari che i miei genitori hanno a Montecchio Maggiore (VI) e questo è servito a tenermi occupato.
Nel frattempo ho dato corpo ad un vecchio progetto che avevo nel cassetto e ho scritto un libro: non voglio svelare di più, ho già un contatto con una casa editrice e il lancio è previsto per il prossimo Natale.
Probabilmente se il virus non ci riserva altre sospese, nei prossimi mesi e soprattutto nella prossima primavera avremo un boom dei matrimoni cioè quelli rinviati e quelli che avevano scelto già il 2021 come data per le nozze. Qual è il tuo suggerimento da wedding planer?
Meglio una cerimonia e un ricevimento imperfetto che un matrimonio perfetto ma rimandato infinitamente. I soldi meglio spesi sono quelli per la luna di miele: proprio per questo io consiglio sempre di affidarsi a dei professionisti che possano gestire al meglio l’organizzazione del viaggio: penso al wedding planner che collabora con le agenzie di viaggio dove è possibile allestire la lista nozze per concorrere al pagamento del viaggio.
Hai 44 anni, sei nel pieno della vita, una vita fatta di eventi, feste, sempre sulla cresta dell’onda e sempre sotto i riflettori. Come e dove ti vedi per il tuo 80simo compleanno?
Alla mia età ho raggiunto già risultati che mi lusingano e che mi spingono ad andare avanti nonostante le difficoltà; Tra quarant’anni spero di avere innanzitutto la salute, di essere autosufficiente e di avere raggiunto un ragionevole benessere che mi consenta di dedicarmi ai viaggi che amo tanto, ma anche che mi permetta di aiutare gli altri. Sogno una vecchiaia serena e attiva, circondato il più a lungo possibile dall’affetto e dalla positività delle persone che amo: è quello il segreto della felicità.